L’errore più comunemente commesso da chi si approccia per la prima volta all’ambiente tricologico è quello di considerare la tricopigmentazione al pari di un tatuaggio classico. In realtà non può esserci nulla di più sbagliato.

Principalmente, le due discipline differiscono per il loro scopo. Mentre il tatuaggio serve a scopi puramente decorativi, la tricopigmentazione ha lo scopo di correggere inestetismi come la calvizie, diradamenti o cicatrici. Infatti, la tricopigmentazione permette di ricostruire la presenza del capello a livello visivo in zone parzialmente o anche del tutto glabre grazie a diverse tecniche; ad esempio l’effetto rasato per coloro che portano i capelli rasati o comunque molto corti, l’effetto densità per un capello medio lungo o addirittura è possibile coprire cicatrici dovute a trapianti o altri tipi di interventi o traumi. La tricopigmentazione viene, inoltre, erroneamente chiamata tatuaggio per capelli. Il tatuaggio è una tecnica che ha uno scopo puramente artistico, oppure, come nelle altre culture, viene usato per scopi religiosi e di tradizione.

Le differenze tra il tatuaggio tradizionale e la tricopigmentazione

tatuaggio classicoOltre allo scopo, la tricopigmentazione e il tatuaggio classico differiscono per molte e importanti caratteristiche.

  1. La durata dell’effetto. Nel caso della Tricopigmentazione si tratta di un trattamento semipermanente con pigmenti biocompatibili e bioriassorbibili, e cioè temporaneo; ha quindi bisogno di essere ripetuto nel tempo per mantenere lo stesso effetto. Per quanto riguarda il tatuaggio classico, invece, il pigmento utilizzato è permanente e quindi indelebile. Questo tipo di pigmento rende il tatuaggio classico incompatibile con la tecnica della tricopigmentazione (per conoscerne i rischi leggi questo articolo).
  2. Tipo di pigmento. Il cuoio capelluto è molto delicato rispetto ad altri distretti corporei, motivo per cui richiede un tipo di pigmento particolare. Il pigmento utilizzato nella tricopigmentazione è, per l’appunto, bioriassorbibile e biocompatibile proprio per legarsi al meglio al cuoio capelluto. L’inchiostro per i tatuaggi contiene pigmenti organici e alle volte, tracce di nichel, cromo, manganese o cobalto.
  3. Profondità di deposito del pigmento. Quando si effettua un tatuaggio, l’ago del tatuatore penetra la pelle di almeno 2mm o massimo 3mm; l’inchiostro viene iniettato nel derma. Completamente diverso è il discorso per la tricopigmentazione: il pigmento viene rilasciato a una profondità media di 0.5 mm. A una profondità maggiore il pigmento utilizzato per la tricopigmentazione si espanderebbe in modo anomalo creando macchie sottocutanee.
  4. Gli strumenti utilizzati. L’ago del tatuatore è decisamente più spesso e più lungo rispetto a quello utilizzato per la tricopigmentazione; questo proprio perché, come appena detto, la tecnica del tatuaggio rilascia l’inchiostro a una profondità maggiore. L’attrezzatura del tricopigmentista, invece, permette una maggiore delicatezza proprio per non traumatizzare il cuoio capelluto. Gli aghi utilizzati in questo caso sono ovviamente molto sottili e sensibilmente più corti.
  5. La formazione del professionista. Il tricopigmentista è un professionista opportunamente formato sulle problematiche tricologiche. Il tatuaggio classico, d’altra parte, non richiede tale formazione.

Conclusioni

Risulta evidente, quindi, come ci siano ben poche analogie tra le due discipline e quanto sia sbagliato confonderle. Tuttavia, per chiarire al meglio le differenze, è bene citare anche le similitudini. Entrambe le tecniche prevedono l’introduzione di pigmenti nella pelle (ma a diverse profondità) ed entrambe ricorrono all’uso di aghi (seppur diversi). 

Comprendere bene le differenze tra le due discipline serve a non cadere vittima di professionisti non qualificati che potrebbero arrecare danni al cuoio capelluto e, per estensione, alla persona. Bisogna quindi tenere bene a mente le divergenze tra la tricopigmentazione e il tatuaggio classico, e in seguito scegliere con cura il tricopigmentista a cui rivolgersi per risolvere calvizie o diradamenti.