La visita tricologica rappresenta il primo passo in vista di un percorso efficace per contrastare un problema ai capelli. Il medico tricologo è l’unico a potersi occupare della salute del cuoio capelluto e di tutte le patologie ad esso legate, quali il diradamento, l’assottigliamento o la perdita dei capelli. È opportuno rivolgersi a un centro tricologico che possa vantare figure professionali specializzate in tricologia.
Per giungere alla diagnosi di alopecia sono necessari, oltre ad un’anamnesi preliminare da parte del medico tricologo, anche alcuni esami manuali e strumentali, tra cui il pull test e il tricogramma.

ANALISI DEL CAPELLO E PULL TEST
Normalmente in un centro tricologico il medico inizia con un esame macroscopico del cuoio capelluto utilizzando una microcamera a luce polarizzata per accertare la presenza o meno di alterazioni dell’equilibrio idrolipidico, come l’eccessiva secrezione sebacea o idratazione cutanea, elementi che possono portare al fenomeno dei capelli sottili o alla perdita dei capelli. Il passo successivo consiste nell’effettuare

Gli esami manuali e strumentali nella visita tricologica: pull test e tricogramma

degli esami in relazione al problema che si vuole indagare. Molto frequente è il pull test ossia una prova di trazione, che permette di valutare la resistenza del capello e il suo livello di robustezza. Il pull test è un grossolano ma semplice esame ambulatoriale che si compie facendo scorrere le dita fra i capelli e tirandoli dolcemente: i capelli si staccheranno dai follicoli in numero estremamente variabile. Più precisamente, in base al numero di capelli che si staccano e all’osservazione microscopica del bulbo, il medico tricologo è in grado di capire si ci trova in presenza di un effluvio o defluvio, ma anche in se il capello è in fase telogen o anagen. Se invece i capelli si staccano senza bulbi, la causa del loro diradamento è sicuramente da ricercare in malformazioni, parassitosi o maltrattamenti fisici e/o chimici. A questo punto Il medico tricologo potrà completare la diagnosi e stabilire la terapia anticaduta più indicata.

IL TRICOGRAMMA
Nella diagnostica è altrettanto utile, oltre al pull test, anche il tricogramma, test durante il quale si prelevano con una pinza Klemmer un determinato numero di capelli, sia nell’area diradata, che nell’area sana, valutandoli poi al microscopio ottico, che permette di studiare le alterazioni del ciclo follicolare ed eventuali anomalie del fusto. Costituisce l’esame classico utilizzato in tricologia e per la cui esecuzione sono sufficienti un microscopio ed una calcolatrice.
È una tecnica descritta da Van Scott nel 1957 e standardizzata nel 1965 da Barman e permette di trarre conclusioni relative alla morfologia dei capelli, nonché di effettuare prognosi e diagnosi sul loro stato di salute.
Prima che il medico tricologo esegui il tricogramma, deve fornire alcune istruzioni al paziente affinchè i risultati non siano alterati. In particolare i capelli non devono essere lavati, tagliati o trattati con prodotti cosmetici per almeno una settimana prima del prelievo.
La procedura d’analisi consiste nello strappo, da almeno due zone del capo (frontale ed occipitale), di un numero variabile di capelli (di solito intorno a cinquanta), nella loro analisi tramite microscopio e nella successiva suddivisione della fase in cui si trovano: anagen, catagen e telogen. I capelli prelevati infatti hanno una morfologia diversa, a seconda che si trovino in una fase di crescita, involuzione o atrofia.
Dai rapporti tra questi aspetti morfologici nelle diverse aree di prelievo è possibile avere delle indicazioni orientative sulla diagnosi di alopecia androgenetica. Purtroppo è opportuno evidenziare anche un punto debole del tricogramma, che riguarda la rilevanza dell’incidenza stagionale. Questo significa che una diagnosi di alopecia oppure l’individuazione di altre cause che portano a capelli sottili e diradamento non hanno un’attendibilità del 100%.