La cura dei capelli è fondamentale per avere una chioma sana e lucente; i capelli sono molto importanti per l’aspetto esteriore, e spesso comunicano molte cose sulla persona. Esistono svariati modi per prendersi cura della propria capigliatura, da una dieta sana ed equilibrata a prodotti specifici.
Cosmetici
È importante ricordarsi che nessun cosmetico ad uso esterno può operare miracoli, ovvero far ricrescere capelli caduti o influenzare in qualche modo la radice; non bisogna quindi credere ciecamente a ciò che c’è scritto sulla confezione. Solo farmaci specifici prescritti da un medico tricologo possono intervenire su tali problemi.
Cura dei capelli: lo shampoo
La scelta dello shampoo dovrebbe essere una scelta responsabile e soprattutto consapevole. Sono assolutamente da evitare sostanze aggressive che possono danneggiare da cuticola del fusto pilare che rende i capelli poco pettinabili, rugosi e molto deboli. Inoltre ne risente anche il cuoio capelluto stesso, diventando infiammato e spesso anche pruriginoso.
Al giorno d’oggi lo shampoo ha molteplici funzioni, oltre a quella principale del lavaggio. Uno shampoo scelto bene può:
- dare lucentezza;
- ammorbidire i capelli;
- rendere i capelli facilmente pettinabili;
- conferire volume;
- regolare disturbi del cuoio capelluto (forfora, eccesso di sebo ecc.).
Composizione
Gli shampoo sono dei prodotti a base acquosa, contenenti tensioattivi. I tensioattivi (o tensidi) sono sostanze detergenti che comprendono una parte lipofila (catena idrocarburica) che ha il compito di rendere solubile lo sporco e il grasso accumulato sui capelli e poi una parte idrofila (raggruppamento polare) che consente al tensioattivo di sciogliersi nell’acqua e portare quindi via i grassi con l’acqua.
Lo shampoo riesce a svolgere la sua funzione grazie alla sua possibilità di bagnare il grasso contenuto nel sebo intorno al capello, in seguito la parte idrofila del tensioattivo sciacqua via lo sporco.
I detergenti – tensioattivi – possono essere divisi in quattro gruppi:
- Tensioattivi anionici: presentano la parte idrofila caricata negativamente. Questi sono i tensioattivi migliori in quanto abbastanza economici e per niente irritanti. Questo tipo di tensioattivo contiene i solfati di alcol grassi che sono ottimi come detergenti, emulsionanti e oltretutto schiumogeni (quest’ultima proprietà molto apprezzata dai consumatori). L’unico lato negativo è la mancanza di delicatezza che però viene ovviata mischiando altri tensioattivi per attenuare l’aggressività esercitata sulla cheratina dei capelli. C’è da dire che alcuni tensioattivi anionici sono meno aggressivi di altri, però in quel caso mancano di detergenza e schiumogeni; tra questi citiamo: gli alchileterosolfati, i lipoaminoacidi, i solfosuccinati, gli isetionati, i sarcosinati ecc..
- Tensioattivi cationici: d’altro lato, hanno la parte idrofila caricata positivamente. A differenza dei tensioattivi anionici, quelli cationici sono poco utilizzati a causa del loro poco potere schiumogeno e detergente. Inoltre possono provocare irritazione per gli occhi. Gli shampoo che utilizzano questa soluzione sono quelli antiforfora e quelli battericidi. Prevedibilmente, opposti a quelli anionici, i tensioattivi cationici sono delicati, donano lucentezza e morbidezza ai capelli eliminandone l’elettricità statica. Di questo gruppo fanno parte i sali amminici (ossido aminico) e i sali dell’ammonio quaternario (alchiltrilnetilammonio, alchildimetilbenzilammonio).
- Tensioattivi anfoteri: la loro struttura è bipolare, ovvero varia in funzione del pH. Si formano i tensioattivi anionici in ambiente basico, quelli cationici in ambiente acido. I detergenti basati su questi tensioattivi dono costosi, poco schiumogeni ma in genere ben tollerati. Solitamente vengono mischiati con tensioattivi anionici. Sono suddivisi in tre classi fondamentali: le betaine, i derivati dell’imidazolina, gli aminoacidi N-alchilici.
- Tensioattivi non ionici: questo tipo di tensioattivo non ha carica elettrica. Al posto della parte idrofila, presenta dei gruppi ossietilene che svolge la funzione solubilizzante nell’acqua. I tratta di detergenti abbastanza costosi e poco schiumogeni. Si tratta dei tensioattivi più delicati. Tra i tensioattivi non ionici i principali sono: i Tweens (esteri poliossietilenici di sorbitolo), gli eteri di poligliceroli, la alcanolammine. Inoltre, tra i detergenti non ionici troviamo il sapone di origine vegetale a base di legno di Panama, castagna d’India o edera saponaria. Questi ultimi hanno poco potere detergente, per cui vengono impiegati con tale funzione solo a concentrazioni elevate che, di contro, sono molto aggressive per i nostri capelli. Infatti, se sulla confezione dello shampoo vedete la scritta “lavanti naturali”, state pur certi che contengono anche dei tensioattivi di sintesi.
Gli additivi
A questo punto sappiamo che lo shampoo è una soluzione a base di acqua e tensioattivi. La composizione, generalmente va dal 10 al 20% di tensioattivi e 80-90% di acqua (ovviamente sterile e deionizzata). Conoscendo i vari tipi di tensioattivi, possiamo elencare i vari additivi possibili:
- il consumatore è legato al pensiero che più schiuma garantisce un effetto lavante più soddisfacente. Per questo motivo, per incontrare quest’esigenza, i produttori di shampoo spesso aggiungono esaltatori e stabilizzatori di schiuma: dietanolammide di copra, amidi grasse, polioli, alcoli ossietilenici;
- allo scopo di evitare di far evaporare l’acqua, lo shampoo contiene necessariamente gli umettanti (sorbitolo, glicerolo, propilenglicol);
- per garantire altre funzioni oltre a quella detergente, negli shampoo vengono aggiunti vari addolcenti come oli vegetali che donano lucentezza e aiutano a pettinare i capelli dopo il lavaggio;
- addensatori come gomme naturali, cellulose, carbopol;
- per conservare il prodotto, nello shampoo è possibile trovare anche i conservanti;
- profumi;
- stabilizzatori del pH;
- coloranti naturali e non per aggiungere riflessi ai capelli. Ad esempio, con l’henné è possibile dare un riflesso ramato, con la camomilla quelli biondi ed infine il castagno garantisce il riflesso castano.
Tollerabilità
Prima di immettere sul mercato un prodotto, gli shampoo vengono testati per quanto riguarda un loro possibile danno ai capelli, al cuoio capelluto e gli occhi. Per quanto riguarda i capelli, una delle cose più importanti per uno shampoo è non intaccare la cheratina. Da questo punto di vista sono più pericolosi i tensioattivi anionici. L’influenza dello shampoo sul cuoio capelluto è un fattore molto importante da testare (test epicutanei). Lo shampoo deve essere testato affinché non causi dermatite, pigmentazione della hairline o altre irritazioni indesiderabili. Molti shampoo possono rivelarsi aggressivi per gli occhi e possono irritare temporaneamente la congiuntiva o addirittura provocare una cheratite duratura. Addirittura, fino a qualche anno fa era obbligatorio eseguire il test di Draize, ovvero un test sulla cornea del coniglio.
Le categorie di shampoo
Gli shampoo classici: si tratta di shampoo comuni, poco costosi di cui la funzione principale è quella di lavare i capelli. Sono shampoo a base di tensioattivi anionici e come “ciliegina sulla torta” aggiungono qualche ingrediente naturale, vegetale o biologico.
- Gli shampoo cosmetici: in questo caso parliamo di shampoo con indicazioni per un tipo particolare di capello, ovvero capelli secchi, grassi, sottili o fragili. Questo tipo di shampoo promette di correggere i problemi legati a determinati tipi di capelli.
- Gli shampoo trattanti specifici: si tratta di shampoo ad azione, per così dire, farmacologica. Ovvero sono shampoo che promettono di correggere alterazioni del cuoio capelluto. Ad esempio: a) shampoo antiforfora: la forfora compare in seguito ad una eccessiva proliferazione di microrganismi residenti, quindi per correggere tale disagio uno shampoo deve avere un’azione battericida e antimicotica e inoltre, essere abbastanza delicato da lavare via la forfora e non aggredire ulteriormente il cuoio capelluto; b) shampoo antiseborroici: uno shampoo del genere deve essere in grado di trattare un tipo di capello grasso e quindi regolare la produzione del sebo. In questo senso sono molto utili gli shampoo a base di legno di Panama (detergente non ionico dolce), anche se il loro poco potere schiumogeno è motivo di poco uso da parte dei consumatori.
- Shampoo dolci: solitamente sono i cosiddetti shampoo per bambini perché particolarmente delicati e largamente tollerabili. Si tratta di shampoo a base di tensioattivi non ionici. Uno shampoo del genere è anche ottimo per uso frequente. Infatti, ultimamente il consumatore predilige questo tipo di shampoo in quanto la frequenza dei lavaggi è sensibilmente aumentata, forse anche a causa dell’inquinamento atmosferico delle grandi città. Curiosità: 15 -20 anni fa, si credeva che i capelli potessero essere lavati al massimo ogni 7-15 giorni a causa dei detergenti molto aggressivi dell’epoca che potevano causare l’iperseborrea. Al giorno d’oggi, invece, si sa che i lavaggi non influenzano la produzione del sebo; infatti è consigliabile lavare i capelli secchi una volta alla settimana e due o tre volte per i capelli grassi.
- Shampoo secchi: si tratta di shampoo formati da un mix di polveri (amido di riso, mail o salice). La loro funzione principale è quella di assorbire il sebo ed essere poi tolto con la spazzola. Il loro uso è sconsigliabile e soprattutto sono caduti in disuso in quanto sono totalmente privi di qualsivoglia azione lavante.
Cura dei capelli: il dopo shampoo
La cura dei nostri capelli non si limita solo al loro lavaggio. Esiste infatti una miriade di prodotti applicabili ai capelli, i dopo shampoo.
Il balsamo
L’uso del balsamo è altamente raccomandabile perché è in grado di donare lucentezza e districare i nodi, diminuendo quindi lo stress a cui sottoponiamo i capelli con la pettinatura. Più i capelli sono lunghi e più è consigliabile l’uso del balsamo. Le componenti principali sono cere autoemulsionabili (alcool grasso, alcoli ossietilenici), derivati dell’ammonio quaternario (tensioattivi) e agenti condizionanti polimeri, siliconi, proteine ecc.. Tali sostanze sono ad alta tollerabilità e quindi presentano pochi pericoli. È sconsigliabile però l’utilizzo del balsamo sui capelli grassi, in quanto favorisce la distribuzione del sebo sul fusto pilare del capello.
Creme per capelli
Le creme per capelli sono prodotti per la cura dei capelli alquanto gettonati, tanto che le donne americane sono solite applicarle ogni volta dopo lo shampoo. Le creme sono, principalmente, emulsioni di olio in acqua. Spesso però, un uso frequente di questi prodotti dà sensazione di pesantezza poco gradito dai consumatori.
Lozioni
Lozioni fissanti: si tratta di prodotti per la cura dei capelli non soggetti al risciacquo. Sono sostanze costituite da polimeri di sintesi come derivati del polivinilpirrolidone o dell’acetato di polivinile. Vengono usati come fissanti per determinate acconciature.
Lozioni trattanti:
– le lozioni antiforfora contenenti agenti attivi come piridintione e derivati, octopyrox, derivati undecilenici, catrami, solfuro di selenio;
– lozioni antiseborriche contenenti miscele di zolfo, di catrame, di estratti biologici o vegetali;
– lozioni anticaduta sono sostanze a base di estratti biologici, vegetali, vitamine o rubefacenti; tuttavia, la loro efficacia non è mai stata dimostrata.
Cura dei capelli: alcuni accorgimenti
Le acconciature
Molto spesso siamo all’oscura dei danni che possono causare certe acconciature. Ad esempio, se siamo solite fare la coda di cavallo oppure degli chignon troppo stretti potremmo causare gravi danni ai capelli e addirittura incorrere in alopecia da trazione. I capelli sottoposti a stress prolungato possono diventare fragili, spezzarsi o addirittura venire strappati e non ricrescere più.
Per quanto riguardo la spazzola, deve essere lavata con acqua e sapone regolarmente ed essere dotata di setole morbide per non rischiare di strappare o danneggiare i nostri capelli.
Per altri tipi di trattamenti per capelli leggi anche: Trattamenti estetici per capelli: la permanente e tinture
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