L’alopecia areata è una delle malattie più comuni del sistema pilifero, colpisce infatti circa l’1% della popolazione, anche se forse tale percentuale è più alta se si includono i casi meno severi. L’alopecia areata è una patologia cronica infiammatoria che può interessare sia i follicoli piliferi del cuoio capelluto, che del resto del corpo. Solitamente si manifesta con una repentina caduta dei capelli in piccole chiazze di forma per lo più rotondeggiante od ovulare, di numero e di dimensioni variabili e che si possono estendere a tutto il cuoio capelluto e alle altre zone pilifere; quando si manifesta sul cuoio capelluto, normalmente l’alopecia areata colpisce le regioni temporali ed occipitali del capo.
ALOPECIA UNIVERSALE E CONSEGUENZE
Nei casi più severi, l’alopecia areata arriva ad interessare tutto il cuoio capelluto (alopecia areata totale) o tutti i peli del corpo (alopecia areata universale). L’alopecia universale è quindi una forma aggressiva di alopecia areata. Il follicolo viene colpito in fase di crescita (anagen) e si formano aree alopeciche che si manifestano clinicamente in brevi lassi di tempo, addirittura nel giro di uno o due giorni. La differenza principale tra l’alopecia universale e l’alopecia areata è l’estensione della perdita dei capelli.
A prescindere dall’area anatomica in cui si sviluppano, i peli svolgono un’azione protettiva e quindi contribuiscono al benessere della persona, ecco perché potrebbero verificarsi delle conseguenze negative in seguito alla comparsa di tale forma di calvizie. La mancanza di “protezione” del cuoio capelluto, dovuta alla caduta dei capelli rende la pelle più esposta ai raggi ultravioletti, rendendo maggiormente possibili le scottature in zone sensibili e normalmente non molto predisposte all’esposizione al sole.
A queste conseguenze cliniche si accompagnano spesso anche dei risvolti psicologici dovuti ad ovvi fattori estetici.
ASPETTI CLINICI DELL’ALOPECIA AREATA
Quali sono le evidenze cliniche di questa alopecia? Alcune volte la cute si presenta leggermente eritematosa ed edematosa, mentre nel 10% dei casi sono presenti lesioni ungueali. Spesso può regredire spontaneamente, ma secondo le stime il 10%-30% dei pazienti evolve nelle forme più estese di malattia cronica o recidiva e meno dell’ 1% nell’alopecia universale. Ecco perché è fondamentale rivolgersi ad un medico tricologo sin dai primi sintomi. Per quanto riguarda i soggetti a rischio, non si evidenziano distinzioni di sesso, mentre sono maggiormente colpite le razze caucasiche ed orientali. L’alopecia areata può comparire a qualsiasi età, ma possono essere evidenziati due picchi di frequenza: prima della pubertà e tra i 20 ed i 40 anni.
Per quanto riguarda le cause di questo tipo di calvizie, oggi i medici tricologi sono concordi sulla presenza negli ammalati di un patrimonio genetico che predispone alla malattia. In un secondo momento un virus o qualche alche altro agente patogeno, penetrando nell’organismo e modificando alcune proteine cellulari simili a quelle fisiologicamente presenti nel follicolo pilifero (probabilmente melanina e cheratina) andrebbe ad attivare il sistema immunitario dell’ospite anche contro le proprie strutture, configurando così il quadro di una malattia “autoimmune”. Questo meccanismo è quello che sottende anche ad altre malattie come il diabete giovanile, l’anemia perniciosa, le tiroiditi croniche, alcune delle quali, si associano spesso all’alopecia areata. Il pelo colpito viene espulso, mentre il follicolo pilifero si rifugia in uno stato di quiescenza che può durare mesi o anni.
Negli ultimi tempi sono disponibili terapie tricologiche più mirate e perfezionate, grazie soprattutto all’aumentata conoscenza degli eventi patogenetici che inducono l’alopecia areata a manifestarsi.
Scrivi un commento