Chi soffre di problemi di perdita di capelli spesso è soggetto anche ad altri disturbi come la forfora, la seborrea e la dermatite seborroica, anche se non necessariamente la loro presenza coincide con la calvizie comune. L’eccesso di sebo nel cuoio capelluto non sempre si risolve semplicemente, infatti all’aumentata produzione di sebo spesso si associano altri disturbi come la formazione di microrganismi o della forfora o irritazioni cutanee.
CARATTERISTICHE DELLA SEBORREA
Il termine seborrea fa riferimento ad una iperattività delle ghiandole sebacee per quanto riguarda la produzione di sebo. La funzione di questo materiale adiposo è quello di mantenere la pelle idratata e al riparo da leggere infezioni batteriche, ma in presenza di seborrea è causa di vari inestetismi ed alterazioni cutanee, differenti sia per tipologia che per localizzazione.
In campo tricologico la seborrea si manifesta con una maggiore untuosità e un odore acre dei capelli. La conseguenza diretta della seborrea (oltre ai disturbi estetici ed igienici) è l’indebolimento del capello, che risulta quindi meno vitale, ma non l’atrofizzazione diretta dei follicoli piliferi; ecco perché oggi non si parla più dei alopecia seborroica.
Oltre al problema estetico ed igienico, l’alterazione della quantità e della qualità del sebo prodotto tende a sottrarre vitalità al capello, anche se non è comunque in grado di atrofizzare direttamente i follicoli. Va detto, per contro, che lo stesso ormone chiamato in causa nella comparsa della seborrea (diidrotestosterone) è responsabile, se presente in eccesso, della graduale involuzione dei follicoli piliferi e quindi della perdita dei capelli (la cosiddetta alopecia androgenetica). Se è vero che i due fenomeni compaiono spesso appaiati, è altrettanto vero che nessuno è conseguenza diretta dell’altro.
I SINTOMI DELLA SEBORREA
Se la seborrea si associa a forfora, con formazione di squame giallastre ed untuose, si parla di pitiriasi steatoide. Nei mesi caldi la seborrea comporta disagi maggiori, mentre è meno fastidiosa nei mei invernali o nei climi asciutti. Spesso, inoltre, è accompagnata dall’aumento della sudorazione (iperidrosi) tanto da risultare difficile stabilire se il principale responsabile delle sgradevoli condizioni cutanee sia il sebo o il sudore. La produzione eccessiva di sebo, talvolta, porta allo sviluppo di un odore corporeo rancido e sgradevole (bromidrosi).
Negli anziani la seborrea tende a diminuire ma comunque il problema può permanere per tutta la vita. Anche i fattori emozionali hanno la loro importanza.
SEBORREA E CALVIZIE
Come già accennato, sia la seborrea che l’alopecia androgenetica sono legate alla attività androgena (androstandiolo e diidrotestosterone) ma non esiste un rapporto di connessione diretta fra le due condizioni. Questo è dimostrato dal fatto che esistono persone che soffrono di seborrea persistente ma non sono calve, in quanto non geneticamente predisposte all’alopecia. Dall’altro lato è vero che il ristagno di sebo porta alla produzione di una specie di unguento che ha un effetto dannoso per i follicoli piliferi. Inoltre, nei casi dei pazienti colpiti da episodi ricorrenti di seborrea e caduta di capelli, è plausibile pensare che queste siano la conseguenza di un momentaneo aumento della produzione di androgeni o del loro utilizzo periferico da parte delle cellule della matrice dei capelli e delle ghiandole sebacee.
La cura della seborrea viene prescritta dal medico tricologo sulla base dei sintomi. La terapia farmacologica quindi varia a seconda che la seborrea si sia già evoluta in dermatite seborroica oppure sia accompagnata da capelli grassi, forfora, pelle asfittica o alopecia androgenetica.
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