L’Alopecia Androgenetica è una problematica che colpisce l’80% popolazione maschile, ma neanche le donne ne sono esenti. Si tratta di un processo di miniaturizzazione e caduta dei capelli che porta progressivamente alla calvizie. Non è una malattia con gravi ripercussioni sulla salute fisica, bensì sulla condizione psicologica e la percezione di se stessi. Il colpevole di tale condizione è il Diidrotestosterone (DHT), un testosterone convertito e più aggressivo che attacca il capello. Per fortuna, esistono svariate sostanze, sia naturali che sintetiche, in grado di contrastare l’azione del DHT. La funzione principali di tali sostanze è l’inibizione della 5-α reduttasi, l’enzima responsabile della conversione del buon vecchio testosterone in Diidrotestosterone.
Anti DHT sintetici
Tra gli inibitori sintetici della 5 alfa reduttasi più famosi vi sono sicuramente la Finasteride, il Dutasteride (più aggressivo e non ancora approvato in Italia). Inoltre, un aiuto è rappresentato anche dal Minoxidil. Quest’ultimo non agisce sulle cause endocrine dell’alopecia androgenetica, tuttavia, applicato per via topica, interviene sul ciclo vitale del capello, allungandone la fase anagen.
Gli anti DHT sintetici, però, hanno il famoso risvolto della medaglia. Nel 3/4% dei casi, scatenano significativi effetti collaterali. Tra questi troviamo squilibri della libido (diminuzione o aumento), una concentrazione inferiore di spermatozoi nel liquido seminale e la conseguente diminuzione della capacità procreativa. Infatti, qualora il medico prescriva i suddetti farmaci, è obbligato ad elencarne i possibili effetti collaterali, in modo tale che il paziente sia consapevole dei rischi a cui va incontro. Inoltre, la cessazione dell’assunzione di uno di questi farmaci porta alla cessazione dell’effetto da loro prodotto.
Anti DHT naturali
Detto ciò, è bene sottolineare che in alternativa è possibile ricorrere a sostanze naturali e quindi quasi o del tutto prive di spiacevoli risvolti.
Tra gli aiuti principali citiamo la Serenoa Repens, Ajuga Reptans, Urtica Dioica, Phillantus Niruri ed Epilobium Angustifolium.
Serenoa Repens
La Serenoa Repens è una palma, chiamata anche Sabal serrulata, che cresce negli stati affacciati sulla costa atlantica meridionale degli Stati Uniti, nel sud Europa e nell’Africa del nord. La sostanza che ci interessa è prodotta dalle sue bacche tipiche di colore rosso. Tra le sue applicazioni principali vi sono sicuramente la cura dell’Iperplasia Prostatica Benigna (IPB) e, per l’appunto, l’inibizione della 5 alfa reduttasi. La controindicazione di Serenoa Repens è la sua interazione ormonale per cui è poco consigliabile per le donne in età fertile, donne in gravidanza, pazienti sottoposti a terapie ormonali e pazienti con tumori ormono-dipendenti.
La prescrizione del dosaggio di Serenoa Repens non deve superare i 320 mg/die.; altrimenti, si rischia di incorrere in effetti collaterali spiacevole, seppure piuttosto lievi. Parliamo di disturbi gastrointestinali (vomito, diarrea ecc.), prurito, disagi a livello sessuale, ipertensione o emicranie più o meno intense.
Inoltre, è degna di menzione l’interazione della Serenoa Repens con integratori a base di ferro. Una capigliatura sana richiede un continuo e stabile apporto di ferro, difatti gli integratori contenenti ferro sono spesso prescritti da tricologi a pazienti carenti di tale minerale. Pertanto, assumendo la Serenoa Repens, bisogna prestare attenzione all’effetto di contrasto dell’assorbimento del ferro nel nostro organismo.
Ajuga Reptans
Ajuga Reptans, comunemente chiamata Bugola, è una pianta erbacea perenne e sempreverde appartenente ai climi prevalentemente caldi, piuttosto frequente anche in Italia. L’estratto ricavato da questa pianta è un flavonoide, il Fenilpropanoide Teupolioside, chiamata anche laumiuside A; è un metabolita rilasciato dalla pianta per difendersi, soprattutto dai raggi UV.
La laumiuside A è una potentissima molecola antiossidante, in grado quindi di prevenire lo stress ossidativo e contrastare l’invecchiamento precoce delle cellule. Inoltre, è bene citare la sua forte azione antinfiammatoria. Ma ciò che ci interessa di più, in questo caso, è la sua funzione di inibizione della 5 alfa reduttasi: superiore addirittura a quella della Serenoa Repens.
Urtica Dioica
L’urtica dioica, comunemente chiamata Ortica, appartiene alla famiglia delle Urticaceae. L’ortica, è utile in caso di carenze di acido folico e ferro, in casi di anemia, artrite, cistite e diarrea.
Principalmente, però, la radici di questa pianta in particolare contengono fitosteroli come la Betasitosterina, capace di inibire la produzione del DHT. Storicamente parlando, l’abitudine di fare impacchi di Ortica sulle zone interessate da calvizie o infiammazioni perviene a noi già dall’antichità. Molto benefica è la sua interazione con l’Ajuga Repens. Idealmente, il dosaggio quotidiano non dovrebbe superare i 100 mg. L’unica controindicazione degna di nota è la stimolazione della motilità dell’utero durante la gravidanza.
Phillantus Niruri
Il Phillantus Niruri, comunemente chiamato il Fillanto, è una pianta erbacea perenne di facile reperibilità nella foresta Amazzonica o altre zone tropicali.
Curiosità: in Perù prende il nome di Chanca Piedra, letteralmente “spaccapietre” per la sua nota capacità di contrastare la formazione di calcoli renali.
Il Fillanto, in seguito ad uno studio della Facoltà di Farmacia e del Centro Antinvecchiamento dell’Università giapponese di Kindai Biological Pharmaceutical Bulletin, ha registrato il miglior risultato per quanto riguarda l’inibizione della 5 alfa reduttasi rispetto alle altre piante della famiglia delle Euforbiacee. Il principio attivo a cui è dovuto tale risultato è il Stigmasterolo Glucoside; capace di inibire il 50% del DHT con un dosaggio di 27,2 microM. Il dosaggio quotidiano, tuttavia, non deve superare i 100 mg. Inoltre, non sono stati pervenuti effetti collaterali significativi.
Epilobium Angustifolium
L’Epilobium Angustifolium, detto Epilobio, appartiene alla famiglia delle Onagracee. Si tratta di una pianta che cresce in modo spontaneo nelle aree dal clima temperato, generalmente in Europa e Asia.
La sua funzione anti DHT deriva principalmente dal Betasitosterolo, così come per l’ortica. Inoltre, contiene alti livelli di tannini (Enoteina A e B), notoriamente in grado di ridurre l’attività della 5-α reduttasi, quasi quanto la Finasteride. Così come per la maggior parte degli altri anti DHT naturali, l’Epilobio non deve superare il dosaggio di 100 mg al giorno. L’assunzione di tale sostanza è sconsigliata in gravidanza e allattamento.
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