Tra i disturbi del comportamento di natura ossessiva compulsiva rientra anche una tendenza a strapparsi i capelli, nonché sopracciglia e peli in altre parti del corpo. Si tratta della tricotillomania e consiste appunto nel tirarsi continuamente i capelli fino a strapparli; in questa sede ci occuperemo solo della tricotillomania riferita al cuoio capelluto. La principale conseguenza di questo gesto, specie se reiterato in un lungo periodo di tempo, è facilmente intuibile e consiste nella permanente caduta dei capelli.

MANIFESTAZIONI E SEGNALI DELLA TRICOTILLOMANIA
La tricotillomania può colpire qualsiasi individuo a qualsiasi età, anche se chi soffre di questo disturbo, normalmente ha iniziato ad esserne affetto in età pre adolescenziale. Infatti il picco di incidenza di tricotillomania nei bambini si posiziona tra i 2 e i 6 anni di età. Bisogna però sottolineare l’aspetto transitorio del disturbo in questa fase della crescita.
I sintomi della tricotillomania consistono in un’alopecia fronto-parietale con chiazze irregolari che misurano anche alcuni centimetri, nelle quali i capelli sono in parte assenti ed in parte spezzati all’altezza di 2-3 mm (al di sotto di questa lunghezza non è infatti possibile afferrarli con le dita). A volte il cuoi capelluto non presenta segni evidenti, a meno che il disturbo si sia protratto per molti anni.

tricotillomania

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QUALI SONO LE POSSIBILI CONSEGUENZE DELLA TRICOTILLOMANIA
Una particolarità dei capelli prelevati dalle chiazze alopeciche nei pazienti che soffrono di tricotillomania è la  mancanza di follicoli piliferi in fase telogen. Istologicamente, nei casi gravi, il follicolo può subire fratture nella continuità della matrice e distacco della guaina epiteliale esterna da quella connettivale con successive emorragie intra ed extra follicolari e riparazione più o meno completa con tessuto cicatriziale. Ciò determinerà, anche se lo stimolo cessa, la persistente impossibilità di produzione di un capello normale (tricomalacìa). Se non si interviene in tempo il paziente può sviluppare ulteriori problemi come il dolore del cuoio capelluto, in conseguenza dell’infiammazione dei follicoli piliferi, oppure dermatiti e altre affezioni cutanee nelle aree dove i capelli vengono strappati.
Si parla di tricofagia quando il soggetto tende a mangiare i capelli strappati. In questo caso la conseguenza può essere la formazione di boli di peli o capelli, fortemente intrecciate e solidi, nel tratto gastrointestinale, in particolare nello stomaco o nell’intestino tenue. A lungo andare, tale formazione può produrre problemi gastrointestinali come l’indigestione, il vomito, la perdita di peso o il dolore gastrico.
Rilevanti sono anche le conseguenze nella sfera psicologica di che ne soffre e quindi nella sua vita sociale. Chi è affetto da tricotillomania, infatti, può provare vergogna, umiliazione, imbarazzo, condizioni che possono portare a evitare attività sociali o opportunità di lavoro.

SI PUO’ GUARIRE DAL DISTURBO?
Solitamente la tricotillomania viene trattata da un punto di vista psicologico e comportamentale. In primo luogo si cerca di capirne la causa per eliminarla oppure si può cercare di lavorare sulla sua accettazione e “pacifica convivenza”. Innanzitutto attraverso lo sprone a usare un metodo alternativo, formando così un’inversione dell’abitudine: anziché tirarsi i capelli, ad esempio, si agisce per spingere a stringere i pugni o a reindirizzare la mani dai capelli alle orecchie. Poi, si può ricorrere alla terapia cognitiva che può aiutare a identificare e a esaminare le credenze distorte che si possono avere in relazione al tirare i capelli.
In certi casi può essere necessario un trattamento farmacologico. La terapia farmacologica è usata nei pazienti più gravi, per diminuire l’ansia, la depressione e i sintomi ossessivo-compulsivi che accompagnano la tricotillomania.

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