La pediculosi fa parte delle patologie del cuoio capelluto che rientrano nella categoria delle parassitosi. Si tratta infatti di un’infestazione causata dalla presenza di pidocchi, insetti lunghi 2-3 millimetri
grigio-biancastri senza ali, con il corpo appiattito e le zampe fornite di uncini particolari, che permettono loro di attaccarsi fortemente ai follicoli piliferi; sono forniti, inoltre, di un apparato buccale adatto a perforare la cute e a succhiarne il sangue. Può essere confusa con la dermatite seborroica o forfora dai meno attenti, ma esistono degli indizi inequivocabili.
COME AVVIENE IL CONTAGIO E COME SI RICONOSCE LA PEDICULOSI
Sono interessati dalla pediculosi del capo soprattutto i bambini fra i 3 e gli 11 anni con continue epidemie nelle comunità scolastiche dove si stima che almeno il 25% dei bambini, indipendentemente dallo stato sociale, venga colpito. Si manifesta in luoghi ad alta frequentazione come scuole, colonie e altri ambienti e situazioni in cui ci sono molte possibilità di contatto tra le persone, perché per essere contagiati è sufficiente il contatto dei capelli tra persone. Contrariamente a quanto spesso si crede non si tratta di un problema tipico delle persone con scarsa igiene, ne di un’affezione con gravi conseguenze per la salute; con i pidocchi infatti non si trasmette alcuna malattia, se non una situazione di disagio sociale.
La pediculosi procura inizialmente una forte sensazione di prurito alla testa, a causa del quale possono comparire croste e graffi. Può anche provocare escoriazioni del cuoio capelluto e ingrossamento locale dei linfonodi. Possono essere presenti sole le uova (chiamate Lendini) che, se vitali, si trovano a non più di 5-10 millimetri dalla radice del capello e appaiono come minuscoli “gusci” bianchi o grigiastri attaccati tanto fortemente ai capelli che diventa difficili toglierli. Questo aiuta a non confonderli con la forfora che invece si stacca con estrema facilità dal capello. Ad ogni modo un’accurata ispezione del cuoio capelluto da parte di un dermatologo (sollevando e capelli e facendoli scorrere contropelo) è sufficiente per riconoscere la pediculosi della testa. Di solito i pidocchi si trovano sulla nuca, sulle tempie e dietro le orecchie. La pediculosi della testa può colpire anche sopracciglia, ciglia e barba, anche se ciò si verifica più raramente.
TRATTAMENTO DELLA PEDICULOSI
Spesso non viene prestata la giusta attenzione alle pediculosi della testa da parte di medici e pediatri, ma anche dagli stessi pazienti che, per diversi motivi (tra cui lo stigma sociale) ritardano nell’investigazione della patologia e si rivolgono a un medico tricologo quando ormai la diffusione in famiglia e nella comunità è già avvenuta. A questo si aggiunge la mancanza delle conoscenze di base sia sull’epidemiologia che sulla diagnosi e infine sul trattamento della pediculosi: vengono completamente ignorati l’efficacia e i pericoli delle diverse sostante, soprattutto dei pesticidi. Infine bisogna ricordare che nessun agente topico è risultato essere ovicida al 100%. Per questo è necessario ripetere il trattamento dopo 10-15 giorni, per poter uccidere i pidocchi nati dalle uova rimaste intatte.
I farmaci che vengono utilizzati per la cura dei pidocchi sono antiparassitari e insetticidi. Tali farmaci sono disponibili sotto forma di lozioni, gel, creme, schiume o shampoo da applicare sulla zona interessata dall’infestazione. Lo scopo del trattamento è quello di le cere di protezione del pidocchio, a quel punto si dovrebbe pettinare con un pettine dai denti fitti, applicare un balsamo antiaderenza e ripassare con il pettine. In questo modo si sconfigge la parassitosi nel giro di quindici giorni.
Anche lenzuola, abiti e oggetti devono essere disinfestati. La biancheria deve essere lavata a secco o in acqua a 60°C, oppure lasciata all’aria per 48 ore. Giocattoli e altri oggetti devono essere lasciati all’aria aperta per due settimane, ben chiusi dentro un sacchetto. Spazzole, pettini e fermagli devono essere immersi in acqua molto calda per 10-20 minuti.
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